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Canon EOS-1D X Mark III: potrebbe arrivare nel 2020

In passato era emersa la possibilità che la nuova Canon EOS-1D X Mark III potesse arrivare sul mercato per la fine del 2019. Nuove indiscrezioni hanno però posticipato il lancio all'anno prossimo quando dovrebbe debuttare in tempo per le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Anche se la nuova fotocamera dedicata ai professionisti potrebbe essere già nelle mani di alcuni fotografi selezionati, alcune delle specifiche potrebbero cambiare prima del lancio con Canon che ha intenzione di dare lo strumento migliore e più affidabile a chi è disposto a spendere molti soldi per uno "strumento di lavoro".

Secondo quanto trapelato in queste ore, Canon EOS-1D X Mark III dovrebbe avere un sensore con una risoluzione ben maggiore dei 20 MPixel che contraddistinguono il modello attuale (anche se non si punterà ad avere la massima risoluzione possibile).

Sembra inoltre che la nuova fotocamera sarà in grado di catturare video con risoluzione 6K senza crop. Sempre in ambito professionale dovrebbe essere apprezzata la scelta di impiegare un doppio slot CFexpress così da garantire una maggiore sicurezza sulla salvaguardia delle fotografie scattate senza tralasciare le prestazioni.

Canon EOS-1D X Mark III potrebbe poi avere un nuovo processore DIGIC. Come fa notare la fonte, sarebbe una "novità" per la serie EOS-1D in quanto solitamente si utilizzano processori già testati su modelli presenti sul mercato. All'interno del corpo macchina sarà poi presente l'IBIS (stabilizzazione) che potrebbe essere frutto di quanto testato da Canon in questo periodo in ambito mirrorless, anche se ancora non presentato sul mercato. Attualmente non è chiaro quali saranno le tempistiche di rilascio, anche se la prima parte del 2020 sembra una data piuttosto probabile.

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Fotocamere Canon: bug di sicurezza nel protocollo PTP, ma niente panico

“Alcune fotocamere Canon (comprese le ultime mirrorless EOS R e EOS RP) presentano una vulnerabilità di sicurezza legata al protocollo PTP. Il produttore rilascerà un firmware in futuro, ecco come proteggersi fino ad allora.”

Alcune fotocamere Canon sono afflitte da un problema di sicurezza legato al protocollo PTP (Picture Transfer Protocol). Ancora non è stato rilasciato alcun firmware correttivo ma la società nipponica ha assicurato che sono già al lavoro per risolvere il problema. I modelli coinvolti sono molteplici e vanno dalla fascia medio-bassa fino alle soluzioni professionali.

Stando a quanto riportato il protocollo PTP potrebbe essere sfruttato per attaccare i dispositivi di un utente e connettere la fotocamera a reti non sicure. Le vulnerabilità hanno diversi codici identificativi: CVE-2019-5994, CVE-2019-5995, CVE-2019-5998, CVE-2019-5999, CVE-2019-6000 e CVE-2019-6001.

Non è ancora stato provato "nel mondo reale" un attacco alle fotocamere Canon sfruttando questa vulnerabilità, ma è comunque un potenziale problema sia per professionisti che per gli utenti consumer. Nell'attesa di un firmware correttivo, è la stessa società che consiglia alcune misure per proteggersi dall'attacco.

Per chi avesse le fotocamere Canon soggette al problema (elencate sotto) sarà necessario essere sicuri di connetterle solo a dispositivi come PC, smartphone e router aggiornati e considerabili sicuri.

Evitare di utilizzare i dispositivi con reti Wi-Fi gratuite o potenzialmente insicure (sono afflitte anche le connessioni Ethernet).

Non collegare la fotocamera a PC o smartphone infettati.

Se non si utilizzano le funzionalità per il collegamento della fotocamera alla rete, disabilitarle.

Aggiornare la fotocamera con l'ultimo firmware disponibile (appena sarà rilasciato).

Le fotocamere Canon coinvolte, come scritto sopra, sono diverse e comprendono anche modelli dedicati al mondo professionale e top-di-gamma. Sono comprese anche le nuove mirrorless EOS R e EOS RP.

EOS-1DX

EOS-1DX MK II

EOS 6D Mark II

EOS 760D

EOS M5

EOS 7D Mark II

EOS 77D

EOS M6

EOS-1DC

EOS 70D

EOS 1300D

EOS M10

EOS 5D Mark IV

EOS 5D Mark III

EOS 80D

EOS 2000D

EOS M100

EOS 750D

EOS 4000D

EOS M50

EOS 5DS

EOS 800D

EOS R

EOS RP

EOS 6D

EOS 250D

EOS M3

EOS 5DS R

EOS 200D

PowerShot SX70 HS

PowerShot SX740 HS

PowerShot G5X Mark II

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watchOS 6 è il più grande update per Apple Watch e sarà disponibile dal 19 settembre

Apple Watch è senza dubbio lo smartwatch perfetto per chi ha iPhone, ma con l’aggiornamento a watchOS 6 diventa una scelta interessante perfino per chi non ha uno smartphone della mela. Dal palco dello Steve Jobs Theater su cui si sta tenendo la presentazione di iPhone 11, il team di Apple ha annunciato che watchOS 6 sarà disponibile per tutti a partire dal 19 settembre.

Con il nuovo watchOS 6, Apple Watch guadagna un App Store dedicato,utilizzabile direttamente dall’orologio. Di conseguenza, non ci sarà più bisogno dell’iPhone per installare le applicazioni, che saranno autonome, ossia senza la necessità di avere una controparte iOS.

Tra le novità minori abbiamo nuove watch face e nuove complicazioni, di cui una dedicata al rilevamento del rumore che, in caso di esposizione prolungata a suoni troppo forti, avvisa l’utente dei possibili danneggiamenti all’udito.

Inoltre, ariva la possibilità di ascoltare audiolibri direttamente dallo smartwatch e uan nuova funzione che sarà particolarmente apprezzata dal pubblico femminile, ossia la possibilità di tracciare il ciclo mestruale.

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Apple Watch: "Wrist ID", cinturini motorizzati e luminosi in tre nuovi brevetti

Apple Watch si appresta a diventare un prodotto sempre più importante all'interno della lineup di Cupertino, come testimonia anche l'elevato numero di brevetti che Apple deposita per registrare quelle che potrebbero essere le nuove funzionalità dei prossimi Watch.

Questa volta vi parliamo di tre brevetti, scoperti di recente da Patently Apple, che illustrano unnuovo sistema di autenticazione biometrica - definito per comodità, e in maniera del tutto arbitraria, Wrist ID da 9to5Mac -, un particolare cinturino dotato di LED e un altro equipaggiato con dei motori che ne permettono la regolazione automatica, in modo che possa stringersi al polso in maniera autonoma.

L'autenticazione biometrica dovrebbe sfruttare dei sensori speciali - integrati nel cinturino e nella cassa - che rilevano la texture della pelle, la temperatura e persino la disposizione della peluria per creare "un'impronta" unica del possessore. In questo modo l'orologio potrebbe sbloccarsi automaticamente una volta indossato, senza dover digitare alcun PIN numerico, come avviene al momento.

Per quanto riguarda l'inclusione dei LED nel cinturino, invece, questi potrebbero essere utilizzati per fornire un feedback visivo riguardo alcuni aspetti, come ad esempio i progressi svolti nelle attività di movimento giornaliere, magari con delle barre luminose che indicano quante calorie sono state bruciate o quanti minuti di esercizio sono stati svolti. Queste, dato il loro orientamento, potrebbero anche permettere all'indossabile di mostrare informazioni sensibili con maggior discrezione, senza doverle riprodurre con dati numerici sul quadrante dell'orologio.

Per finire troviamo un particolare cinturino dotato di motori che gli permettono di modificare automaticamente il grado di presa attorno al polso dell'utente. Apple pensa che ciò possa essere utile in determinate situazioni, come ad esempio durante la misurazione dei dati cardiaci; in questo caso il cinturino potrebbe stringersi in modo da aderire perfettamente al polso, per poi tornare nello stato originario una volta terminata la lettura.

Insomma, Apple sta valutando tante possibilità per il suo Watch, ma vi ricordiamo che i brevetti non si traducono sempre in prodotti reali, quindi non è detto che ciò che è stato illustrato qui possa giungere effettivamente al vostro polso.

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Huawei Watch GT 2, lo smartwatch svelato dalle prime immagini stampa

Huawei ha in programma di lanciare una nuova versione dello smartwatch Watch GT, a suggerirlo intervengono le informazioni e le immagini fornite da WinFuture. Stando a quanto riportato dalla fonte, la nuova versione dell'indossabile del produttore cinese è identificata dal nome in codice "Latona" e dal model number LTN-B19, ed è sempre basata sul sistema operativo proprietario di Huawei - niente Wear OS.

Dalle immagini stampa condivise emerge il quadro di un dispositivo che non stravolge il design del precedente modello, limitandosi ad affinarne alcune caratteristiche, come lo spessore e le cornici che circondano il quadrante.

Tali valutazioni sono basate esclusivamente sul confronto con le immagini del precedente Watch GT, dalle quali emerge un design un po' più compatto, una cornice di dimensioni più contenute (e conseguentemente un quadrante un po' più grande). Viene inoltre confermata una batteria da 445 mAh (da 420 mAh nel primo modello).

Tra le novità della dotazione di serie rientra l'integrazione di un microfono e di un altoparlante, componenti che suggeriscono la possibilità di effettuare chiamate telefoniche; non manca il modulo GPS e il sensore per il rilevamento del battito cardiaco già integrati nel primo modello. Sul fronte connettività si segnala l'interfaccia Bluetooth per l'abbinamento allo smartphone, mentre non è ancora chiaro se ci sarà una variante LTE.

Il primo Huawei Watch è stato introdotto contestualmente al lancio della linea Huawei Mate 20; è verosimile quindi che l'azienda cinese rinnovi l'offerta dei suoi indossabili insieme all'introduzione della nuova linea Mate 30 il cui arrivo è fissato per il 19 settembre prossimo - in alternativa potrebbe farlo durante IFA 2019 che sta per prendere il via.

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