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Nikon Z 6 – II, qualità e (maggior) versatilità al giusto prezzo. La recensione

Introduzione

Due anni dopo il debutto, Nikon ha deciso di aggiornare le mirrorless top di gamma del Sistema Z. In questa recensione ci occupiamo della Z 6 – II, cioè il modello più versatile e a più alte prestazioni, nonché, tra i due, quello maggiormente indirizzato alla ripresa video.

Si tratta di un affinamento del prodotto originale, che non ne stravolge i canoni ma va a smussare alcuni spigoli e ne migliora le performance complessive, sfruttando soprattutto la maggior potenza di calcolo ottenuta raddoppiando il processore d'immagine EXPEED 6. 

Tale maggior potenza di calcolo non ha effetto solo sulla cadenza di scatto (da 12 a 14 fps massimi) o sulla sostenibilità della raffica (da 35 a 124 RAW), ma anche sulla qualità d'immagine e sulla reattività generale della fotocamera – ad esempio, il blackout del mirino EVF è stato ridotto, a beneficio dell'inseguimento soggetto in scatto continuo. Inoltre, grazie alla maggior potenza di calcolo, è (o meglio, sarà presto) possibile arrivare ai 60 fps nella ripresa video 4K. 

Inoltre, la Z 6 – II aggiunge il secondo slot SD, che si affianca all'XQD esistente risolvendo un doppio "problema": il singolo slot, per cui il primo modello è stato (a nostro parere ingenerosamente) criticato, e la compatibilità con il più diffuso ed economico formato SD. 

La Z 6 – II dovrebbe già essere disponibile al momento della pubblicazione di questa recensione, a un prezzo al pubblico che parte da 2.349 Euro per il solo corpo con adattatore FTZ.

Disponibili anche diversi kit, con 24-70mm f/4 S a 2.869 Euro, con 24-70mm f/4 S + FTZ a 3.019 Euro, con 24-200mm f/4-6.3 a 3.089 Euro, con 24-200mm f/4-6.3 + FTZ a 3.239 Euro.

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Honor Watch GS Pro si aggiorna di nuovo con il supporto all’installazione di app di terze parti

Lo scorso settembre Honor ha lanciato una serie di prodotti tra cui gli ultimi MagicBook e una coppia di smartwatch: Honor Watch ES e Honor Watch GS Pro. Quest’ultimo oggi sta ricevendo un nuovo aggiornamento dopo quello rilasciato nello stesso mese di lancio. Il nuovo firmware 10.1.2.52 soppianta la precedente versione 10.1.1.22 e porta un paio di interessanti novità.

Il principale cambiamento introdotto con l’ultima build riguarda il supporto all’installazione di app di terze parti anche se c’è spazio pure per diverse ottimizzazioni delle schede del previsioni meteo oltre che la possibilità di personalizzare la lunghezza delle vasche in piscina (per la gioia di tutti i nuotatori).

Mentre la prima release si era concentrata su stabilità e performance, stavolta Honor ha voluto portare un po’ di aria nuova ai possessori dello smartwatch. Per installare l’aggiornamento vi ricordiamo che dovete collegare l’orologio al telefono attraverso l’app Huawei Health > andare su Dispositivi > scegliere quello che vi interessa > e poi “aggiornamento firmware. Da qui in poi una serie di schermate vi guiderà nella rapida procedura.

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Recensione Huawei FreeBuds Studio: eccellenti ma (troppo?) care

Recensione Huawei FreeBuds Studio – Uno dei migliori modelli di auricolari true wireless che mi sia capitato di provare quest’anno lo ha realizzato Huawei: parlo ovviamente delle Huawei FreeBuds Pro, il cui sistema di cancellazione del rumore mi ha davvero stupito.

Sapendo che lo stesso sistema di cancellazione del rumore è presente sulle FreeBuds Studio, ero davvero curioso di provare le prime cuffie a padiglione di Huawei. Devo dire di non esser rimasto affatto deluso e che, a parte qualche piccola imperfezione, Huawei ha fatto centro.

Confezione

La confezione di vendita è minimale e all’interno troviamo subito il case rigido, che ospita le cuffie e il cavo USB/USB-C. Quest’ultimo si trova in un apposito sportellino dotato di chiusura magnetica: un piccolo tocco di classe.

Oltre questo, sul fondo della confezione c’è un po’ di manualistica.

Costruzione e comodità

Le Huawei FreeBuds Studio si presentano bene: l’aspetto non è particolarmente ricercato, ma le sottili astine in metallo che collegano i padiglioni all’archetto contribuiscono ad un design slanciato e gradevole.

Nonostante l’effetto satinato possa ingannare, i padiglioni sono realizzati in plastica: l’imbottitura è buona (seppur non particolarmente generosa), rende le cuffie comode da indossare e isola bene dal mondo esterno. Un dettaglio che ho apprezzato molto è l’interno del padiglione, realizzato con una struttura “spiovente” simile a quello già visto sulle B&W PX7: più spazio nella parte posteriore (che ospita comodamente il padiglione auricolare), che va a restringersi nella parte frontale. Questo fa sì che le cuffie risultino comode per l’orecchio e, soprattutto, che il suono emesso dall’altoparlante arrivi perpendicolarmente al canale uditivo.

I padiglioni ruotano completamente verso l’esterno (e, di qualche grado, anche verso l’interno): questo, insieme alla possibilità di inclinarsi rispetto l’archetto, dona alle cuffie una certa flessibilità e permette loro di adattarsi a qualsiasi testa. Inoltre, ovviamente è possibile regolare la lunghezza dell’archetto: non ci sono scatti fissi, quindi potrete allungarlo quanto preferite, senza misure prefissate.

Sui padiglioni troviamo alcuni tasti fisici: su quello sinistro il tasto per commutare tra le modalità ANC/Awareness/Off, mentre sul padiglione destro abbiamo il tasto di accensione e accoppiamento Bluetooth, oltre che il connettore USB-C per la ricarica. Il resto dei controlli sono touch e si e eseguono sulla superficie del padiglione destro. Purtroppo manca il jack audio.

L’archetto è rivestito in similpelle, l’imbottitura non è particolarmente abbondante ma, complice il peso abbastanza contenuto (260 grammi) si possono indossare anche a lungo senza provare grande fastidio.

Manca la resistenza ai liquidi: le certificazioni IP non sono molto comuni su questa tipologia di prodotto (ma c’è qualche eccezione).

Esperienza d’uso

ANC

Non ci girerò troppo intorno: l’ANC è ottimo, direi al pari dei massimi standard del settore. Per un periodo ho usato queste cuffie di Huawei alternandole con le Sony WH-1000XM4 e non posso dire di aver sentito differenze sensibili nella cancellazione del rumore.

Facendo qualche prova senza riproduzione, in qualche frangente mi è sembrato che le Sony si comportassero leggermente meglio, ma parliamo di inezie e, in ogni caso, nulla di percepibile con la musica in riproduzione.

Il controllo del rumore è regolabile su tre modalità, che possono essere commutate tramite il tasto sulla cuffia sinistra: ANC / Off / Modalità Aware. Non c’è molto da spiegare, ma per chi si avvicinasse ora alle cuffie a cancellazione del rumore segnaliamo che la Modalità Aware permette di riprodurre in cuffia i suoni catturati col microfono, permettendo di ascoltare tutti i rumori del mondo che ci circonda (utile ad esempio quando ci si trova in strada).

Tramite l’applicazione, è possibile regolare l’ANC su quattro modalità:

Dinamica: regola automaticamente l’ANC in base all’ambiente

Comfort: per luoghi poco rumorosi

Generale: per luoghi mediamente rumorosi

Ultra: per luoghi estremamente rumorosi

Complice la pandemia, non ho potuto testarle in ambienti estremamente rumorosi come la metropolitana, ma indossandole un po’ in giro il profilo Dinamico mi è sembrato funzionare molto bene.

Qualità audio

La qualità audio di queste Huawei FreeBuds Studio è sorprendentemente buona, meglio di quanto mi sarei aspettato.

È un peccato che le FreeBuds Studio non supportino alcun codec ad alta definizione tra quelli più diffusi né aptX, ma solo i classici SBC e AAC, a cui si aggiunge il codec proprietario L2HC, che funziona solo ed esclusivamente con gli smartphone della serie P40 aggiornati ad EMUI 11. Un po’ inspiegabile la scelta di non supportare anche il codec HWA, sviluppato sempre da Huawei, ma diffuso su molti più dispositivi dell’azienda.

In ogni caso, al netto dell’assenza di codec ad alta definizione per la maggior parte degli utenti, la qualità audio è davvero elevata, con un’ottima resa di tutte le frequenze. Un plauso particolare meritano i medi, che regalano delle voci pulite e dettagliate, che riescono a stagliare bene dal resto.

Ad esempio, ascoltando Disorder dei Joy Division, la voce di Ian Curtis che entra a 0:29 diventa subito protagonista (com’è giusto che sia), spezzando bene sulla musica.

Molto bene anche le frequenze basse, calde, nette e precise, senza sbavature e senza esagerazioni: rimanendo in ambito Joy Division e dintorni, le ho apprezzate molto nel continuo giro di basso che segna Age of consent dei New Order.

Se proprio volessi trovare un difetto, direi che forse si perdono qualcosa nelle frequenze più alte e squillanti, ma stiamo davvero parlando di minuzie.

Buono anche il soundstage, anche se dopo l’esperienza con le FreeBuds Pro (che spiccavano per palcoscenico sonoro, nel panorama degli auricolari) mi sarei aspettato anche qualcosa di meglio.

Tirando le conclusioni, la qualità sonora è comunque ottima, sicuramente sopra la media delle cuffie Bluetooth.

Un vero peccato l’assenza del jack audio e l’impossibilità di utilizzare in maniera cablata (il cavo incluso serve solo per la ricarica).

Applicazione

Le cuffie Huawei FreeBuds Studio si interfacciano all’app AI Life, disponibile solo per Android e per di più non sul Play Store. O meglio, la versione disponibile sullo Store di Google non è aggiornata e non supporta le ultime cuffie di Huawei: la versione corretta la trovate su Huawei AppGallery, oppure dovrete procurarvi l’apk da questo indirizzo (che troverete tramite il QR nel manuale).

Sul fronte dell’app sinceramente si può fare di più: le uniche configurazioni possibili riguardano il controllo del rumore e la scelta rapida del tap prolungato, configurabile per richiamare l’assistente vocale o aggiungere il brano ai preferiti su Huawei Music.

Si sente soprattutto la mancanza di un equalizzatore; inoltre, l’assenza dell’app per iOS squalifica automaticamente queste cuffie per chiunque abbia un iPhone. Peccato.

Funzioni e controlli

Le FreeBuds Studio sono dotate di sensori di prossimità, che mandano automaticamente in pausa la musica quando le rimuoviamo. Una funzione che ormai ci si aspetta di trovare sulle cuffie di fascia alta, ma sempre benvenuta.

I controlli sono touch e si trovano sul padiglione destro; in particolare, i comandi disponibili sono i seguenti:

Doppio tap: Play/Pausa

Swipe verso l’alto: alza il volume

Swipe verso il basso: abbassa il volume

Swipe verso destra: traccia successiva

Swipe verso sinistra: traccia precedente

Tap prolungato: assistente vocale

Nel complesso i controlli sono precisi e rispondono sempre molto bene. Potrebbe dar fastidio l’archetto che si innesta proprio al centro del padiglione e, a volte, ostacola i gesti. Tuttavia, è principalmente una questione di abitudine: dopo aver preso la mano su dove si trova l’archetto, non avrete grandi problemi.

Il Bluetooth è in versione 5.2 e le cuffie supportano la connessione simultanea a due dispositivi.

Autonomia

Huawei dichiara 24 ore di autonomia senza ANC con una singola ricarica e 20 ore con la cancellazione del rumore.

In realtà, nei nostri test le cuffie sono durate un po’ meno: circa 21 ore senza ANC e circa 14 con ANC attivo.

L’autonomia è buona ma non eccellente (c’è chi fa molto di più), ma per fortuna non manca la ricarica rapida: bastano 10 minuti di carica per 8 ore di riproduzione (senza ANC).

Microfoni

I microfoni sono buoni, più che sufficienti per farsi sentire durante chiamata, anche con un po’ di rumore di fondo.

Nel test che potete ascoltare qui sotto, parlando in silenzio la mia voce risulta molto chiara (anche più rispetto ad altri modelli come le Sony WH-1000XM4) anche, se quando apro il rubinetto, le cuffie ci mettono qualche secondo ad isolare il rumore di sottofondo.

Prezzo

Il costo di listino di queste Huawei FreeBuds Studio è di 299€, anche se su Amazon si trovano già a qualche euro in meno (attualmente 269€).

Il costo è in linea con la fascia alta del mercato ma, nonostante le FreeBuds Studio siano ottime, considerando le piccole sbavature (app poco utile, e niente jack audio su tutti) è difficile consigliarle rispetto alle care, vecchi Sony WH-1000XM3 (oggi a circa 260€ su Amazon) o le Bose NC 700 (oggi a 280€ su Amazon).

Al prezzo attuale, ne consigliamo l’acquisto solo a chi possiede uno smartphone Huawei di ultima generazione (con EMUI 11) e può beneficiare del codec L2HC e di qualche chicca in termini di interazione.

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TicWatch Pro 3, ufficiale la variante LTE con modulo eSIM integrato

Mobvoi ha annunciato la variante LTE di TicWatch Pro 3, confermando di fatto le indiscrezioni trapelate a metà ottobre con il passaggio del dispositivo sulla Google Play Console.

Tutto come da programma: il nuovo orologio si distingue dalla versione con sola connettività Bluetooth lanciata lo scorso settembre per la presenza di un modulo eSIM integrato che consentirà ai futuri proprietari di ricevere chiamate e navigare in internet indipendentemente dalla connessione con lo smartwatch.

Per il resto i due modelli sono esattamente identici - c'è solo una trascurabile differenza di peso (42,3 grammi della versione LTE contro i 41,9 grammi di quella GPS). La scheda tecnica di TicWatch Pro 3 LTE include quindi il Qualcomm Snapdragon Wear 4100 annunciato a fine giugno, un display Retina AMOLED da 1,4" con risoluzione 454x454 pixel, 1GB di memoria RAM e 8GB di storage interno. Non manca poi la possibilità di effettuare pagamenti tramite connettività NFC e Google Pay, monitoraggio della frequenza cardiaca PPG, resistenza ad acqua e polvere grazie alla certificazione IP68 e sistema operativo WearOS.

TicWatch Pro 3 LTE sarà disponibile nel Regno Unito, in Spagna e in Germania ad un prezzo di 359,99 euro. La connettività cellulare sarà limitati ai soli clienti Vodafone con servizio OneNumber attivo. Al momento la società non ha fornito alcuna indicazione sulla commercializzazione in Italia.

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Huawei Watch GT 2 Pro: titanio e vetro zaffiro per diventare elegantissimo

Torniamo a parlare di wearable e lo facciamo con uno degli smartwatch più belli che ci siano capitati tra le mani negli ultimi tempi: Huawei Watch GT 2 Pro.

Si tratta della versione full optional presentata a settembre del popolare Huawei Watch GT 2, dal quale eredita tutta la parte tecnica mentre si differenzia per il design e l'uso sapiente di materiali di altissima qualità, vediamolo.

Raffinato, è il modo migliore per descrivere meglio questo nuovo smartwatch ibrido di Huawei. Che ha ripreso la base del Watch GT 2 concentrandosi però sull'utilizzo di nuovi materiali e di un design particolarmente elegante.

La cassa è in titanio, estremamente resistente ai graffi e alla corrosione, con una finitura naturale opaca, sulla destra trovano posto due tasti con ghiera zigrinata. La scocca inferiore a contatto con il polso è in ceramica con al centro i sensori per il rilevamento del battito e l'ossigenazione del sangue. L'attacco con il cinturino è universale con passo da 22 mm.

Notevole anche la parte frontale con display circolare da 1,39 pollici protetto da un vetro zaffiro che copre tutta la superficie. Attorno allo schermo c'è una ghiera nera con tacche delle ore.

Le dimensioni sono piuttosto importanti e rendono l'orologio maggiormente adatto per il pubblico maschile: 46,7 mm x 46,7 mm x 11,4 mm, il peso è 52 grammi senza cinturino.

Segnaliamo che è prevista la vendita di due varianti che si differenziano per il cinturino in confezione, nero in silicone (Night Black) come il nostro modello, oppure in pelle grigio-marrone (Nebula Gray). Attenzione, in confezione non troverete entrambi i cinturini.

Il look è certamente accattivante ma non meno interessante il fatto che sia un prodotto particolarmente resistente, titanio e vetro zaffiro infatti sono materiali impiegati nella costruzione di orologi di fascia alta. Rispetto ai tanti smartwatch in commercio ci siamo accorti che su Huawei Watch GT 2 Pro anche a distanza di tempo non sono comparsi segni di usura e piccoli graffietti, nonostante non avessimo badato ai maltrattamenti.

Non manca infine la resistenza all'acqua fino alla pressione di 5 ATM, mentre sono sopportate temperature di esercizio dai -20 ai +45 °C e umidità compresa tra il 5 e il 95%.

SCHEDA TECNICA

Huawei Watch GT 2 Pro non è molto diverso dalle varie declinazioni di smartwatch ibrido della casa che abbiamo conosciuto negli scorsi mesi.

Il processore è il collaudato Kirin A1, capace di sostenere la connettività Bluetooth 5.1, GPS, Glonass, Galileo ai quali si aggiungono accelerometro, giroscopio, magnetometro, barometro e un cardio ottico a 4 LED.

Presenti 4 GB di memoria interna che possono essere usati per conservare brani musicali in MP3, non mancano un microfono e uno speaker per la gestione delle chiamate in vivavoce. Non c'è però una sim o eSIM integrata, per cui le chiamate dovranno necessariamente passare dallo smartphone accoppiato.

Lo schermo è un AMOLED circolare con risoluzione 454x454 pixel, anche lui non è un elemento tecnicamente nuovo rispetto agli altri Watch GT, non che questo rappresenti un problema in realtà data la grande qualità che lo contraddistingue. Con il vetro zaffiro però si creano riflessi particolari, merito soprattutto della leggerissima svasatura che c'è su tutto il bordo.

Il touch screen risponde bene, il sensore di luminosità è efficace e complessivamente le prestazioni sono più che buone. Non ci sono impuntamenti o rallentamenti di sorta, come del resto succede per tutta la lineup di Watch GT, squadra che vince non si cambia e anche qui non possiamo che confermare la bontà del pacchetto hardware.

Novità esclusiva per Huawei Watch GT 2 Pro è la ricarica a induzione tramite una basetta magnetica, più comoda rispetto a quella con pin.

PER SPORT E SALUTE

Huawei Watch GT 2 Pro è chiamato comunemente smartwatch ma più precisamente è un ibrido, a metà tra uno sport-watch e uno smart-watch.

Come ci è già capitato di specificare, la condizione sine qua non per essere annoverato tra gli smartwatch è quella della gestione piena delle notifiche, cosa che manca su questo prodotto. Per quanto riguarda il mondo degli sportwatch puri sono invece diverse le prerogative e non tutte si ritrovano sul GT 2 Pro, per cui non può essere considerato tale.

Un ibrido è dunque un orologio che riesce a fare qualcosa di smart strizzando l'occhio agli sportivi, nel caso del Watch GT 2 Pro abbiamo la possibilità di monitorare fino a 100 sport, con focus sulle attività all'aperto come escursioni, corsa, bici.

Il GPS è piuttosto preciso, soffre un po' nel sottobosco e in città ma complessivamente la lettura è più che sufficiente per la memorizzazione delle attività sportive, purché non rientrino nell'ambito professionale.

Bene il cardio così l'altimetro barometrico, inaspettatamente precisi al cospetto di strumenti puramente sportivi. Disponibile anche una funzione di way-back che guida verso il punto di partenza sulla base della traccia registrata e un assistente meteo che avverte in caso di peggioramento repentino.

Per alcune attività è attivabile un coach vocale (solo in lingua inglese) che informa sui progressi dell'attività in corso ad intervalli regolari (ritmo, cardio, distanza, tempo ecc).

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Diciamo che globalmente il Watch GT 2 Pro è capace di restituire dati affidabili per il resoconto di una camminata, un giro in bici o una sessione di corsa. Rimane però un misuratore amatoriale nella misura in cui non è possibile collegarlo ad altri sensori (misuratore di potenza, fascia cardio, sensore di cadenza ecc) e non è possibile creare allenamenti personalizzati, esportare i dati raccolti per il caricamento su piattaforme dedicate allo sport (continua a mancare la sincronizzazione con Strava).

Con l'associazione ad uno smartphone Android c'è qualcosa in più sulla corsa, ovvero una serie di sessioni di allenamento guidate e programmi di medio termine per preparare distanze classiche (5-10-25km-maratona), con un iPhone si può accedere allo smart coaching solo dall'orologio, mentre non sono disponibili i programmi di lavoro.

Con corsa all'aperto è possibile impostare un coach virtuale che aiuta a tenere il ritmo desiderato, mentre per le altre attività il monitoraggio include tempo, ritmo/velocità medi e istantanei, tempo di attività con pausa automatica, cardio (con zona cardiaca in cui ci si trova), dislivello positivo e negativo.

Le altre attività sportive (ben 100) vengono tracciate con GPS se all'aperto, sensore cardio, calorie bruciate e a fine allenamento si otterrà una stima del training effect e del tempo necessario a smaltire il carico di lavoro, non manca poi la misurazione VO2 Max.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle attività quotidiane abbiamo come sempre passi, calorie bruciate, cardio h24 e sonno. L'orologio è capace di monitorare a spot la concentrazione dell'ossigeno e di fare una stima del livello di stress.

Ottima la precisione e l'attendibilità di sonno e passi, mentre bisogna dare il giusto peso al valore SPO2, chiaramente da confermare con strumenti più professionali in caso di sospetta malattia respiratoria.

AREA SMART

All'interno di Watch GT 2 Pro c'è Lite OS, il sistema operativo proprietario e iper collaudato dei wearable Huawei. Qualcosa di ben diverso da Wear OS, così come dai Samsung con Tizen e da Apple Watch, non è appunto un vero e proprio smartwatch, pur offrendo diverse funzioni utili.

Non è possibile rispondere alle notifiche ma solo consultarle (testi compresi), non si possono installare app di terze parti. Si può però gestire completamente una chiamata vivavoce quando l'orologio è collegato allo smartphone, si può caricare musica da ascoltare direttamente in cuffia, ci sono poi bussola, cronometro, timer, previsioni meteo, sveglia, funzione torcia, trova telefono e scatto remoto (compatibile solo con smartphone Huawei/Honor).

Insomma, c'è molto ma rimane il neo delle notifiche che - se sistemato - consentirebbe davvero a questo prodotto di assumere un valore superiore.

L'altra faccia della medaglia è la super autonomia, non ci sarà un OS avanzato ma non ci si può certo lamentare della batteria. Almeno una dozzina di giornate piene con tutte le funzioni attive e qualche attività monitorata. Con GPS e cardio si calcoli circa un -8% orario.

L'applicazione da installare sullo smartphone è Huawei Health, disponibile per Android e iOS. E' un buon contenitore con tutti i dati recepiti dall'orologio, grafici e statistiche piuttosto chiari. Funziona bene per la sincronizzazione delle notifiche su entrambi i sistemi, ma su Android la grafica ci è sembrata un po' più curata.

L'unico vero limite del pacchetto software è l'impossibilità di sincronizzare i dati esternamente o di scaricarli in formato testuale, per il resto certamente una delle soluzioni migliori per questo tipo di dispositivi.

IN CONCLUSIONE

Huawei Watch GT 2 Pro viene proposto a 299 euro di listino, disponibile in offerta in questi giorni a 249 euro sul sito ufficiale Huawei con in regalo la bilancia Body Fat Scale.

Ci è piaciuto anche se chiaramente si tratta di un giudizio per lo più dettato dall'estetica e dalla qualità costruttiva dato che il funzionamento è pressoché identico a quello degli altri prodotti della linea. Da scegliere dunque se si cerca qualcosa di elegante e più raffinato rispetto alla media degli smartwatch in circolazione, l'esborso è superiore ma potrebbe valerne la pena se siete attenti a certi dettagli.

All'atto pratico non ci saranno grossi vantaggi nei confronti di un Watch GT 2 standard, che si riesce a trovare a prezzi vantaggiosi specialmente in questo periodo di sconti e offre la stessa esperienza di utilizzo, tenetelo in considerazione se volete risparmiare qualcosa senza grosse rinunce.

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