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Windows 10 2004 è il nome del prossimo feature update

Il prossimo major update di Windows 10 in arrivo nella primavera 2020, conosciuto con il nome in codice 20H1, ha finalmente un “nome di versione”: si chiama Windows 10 2004. Due giorni fa è stata rilasciata la build 19033 nei canali Fast e Slow di Windows Insider e nelle note di rilascio Microsoft ha confermato che il nome della prossima versione del suo sistema operativo è Windows 10 2004.

“Gli Insider dall’occhio fino sicuramente noteranno che da questa build, 20H1 sarà identificato come versione 2004. Abbiamo scelto di utilizzare 2004 e non 2003 come versione per eliminare la confusione con i nomi di prodotti usciti in precedenza (come Windows server 2003)”.

Il watermark “Windows Insider” solitamente presente nelle build Insider, nell’angolo in basso a destra del desktop, non è presente in quest’ultima build, ha aggiunto Microsoft, ma ciò non significa che lo sviluppo e il lavoro sulla prossima versione di Windows siano già terminati. Non dovremmo però essere lontani dalla conclusione.

Windows 10 2004 dovrebbe arrivare sui PC con il nome Windows 10 May 2020 Update, almeno stando a precedenti indiscrezioni e se Microsoft rispetterà la cadenza tenuta finora. In base a voci di corridoio, la nuova versione di Windows dovrebbe essere finalizzata (RTM, Release to Manufacturing) nel mese di dicembre, tre mesi in anticipo rispetto a quanto visto finora.

Un cambiamento che sarebbe frutto della scelta di Microsoft di spostare Windows sotto il controllo del team Azure per allineare i cicli di sviluppo.

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Motorola One Hyper verrà lanciato il 3 dicembre, ma potrebbe essere deludente

Motorola One Hyper verrà lanciato il prossimo 3 dicembre. La stampa brasiliana, proprio durante queste ore, starebbe ricevendo i primi inviti ufficiali. Dopo svariate indiscrezioni, mancherebbero ancora pochi giorni prima di poter mettere le mani su questo device.

L’evento organizzato da Motorola sarebbe stato fissato per il 3 dicembre 2019 in Brasile, alle ore 9:30 (locali). Il luogo in cui avverrà la presentazione non è ancora noto. Insieme all’invito, è stata inviata anche un’immagine che anticipa alcune delle caratteristiche estetiche di Motorola One Hyper.

Il device sarà il primo smartphone Motorola dotato di fotocamera frontale a scomparsa. Questo particolare meccanismo consente alle aziende di offrire un display senza le interruzioni che verrebbero altrimenti causate da eventuali fori o notch. Alcuni esperti sarebbero convinti che la fotocamera frontale può contare su un sensore da 32 MP.

Purtroppo, le altre possibili specifiche non sono molto allettanti. Questo smartphone targato Motorola difficilmente riuscirà a competere con i prodotti di altre aziende. Potremmo infatti trovare un display LCD da 6,39 pollici e con risoluzione FullHD+. Sotto la scocca potrebbe essere presente il SoC Qualcomm Snapdragon 675, 4GB di RAM, 128 GB di memoria interna e una batteria da 3.600 mAh (compatibile con la ricarica rapida fino a 15 W). Nella parte posteriore potremmo trovare una doppia fotocamera da 64 MP e 8 MP.

L’appuntamento è fissato per il 3 dicembre 2019, con la presentazione di questo device.

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Intel si allea con Mediatek per portare il 5G nei notebook

Intel e Mediatek uniscono le forze per promuovere la diffusione di modem 5G all'interno dei PC portatili del prossimo futuro. La seconda svilupperà soluzioni modem 5G, che verranno in seguito certificate da Intel per l'utilizzo all'interno dei propri sistemi PC.

E' interessante evidenziare come Intel abbia a lungo lavorato allo sviluppo di una propria soluzione modem 5G, senza però riuscire ad ottenere un prodotto pronto per la commercializzazione. In seguito l'azienda ha venduto a Apple la propria divisione 5G, azienda che comunque si appoggerà alle soluzioni Qualcommper poter integrare connettività 5G all'interno dei propri prodotti smartphone.

La disponibilità di connettività 5G è destinata a cambiare le modalità di utilizzo non solo degli smartphone ma anche dei PC notebook. E' questo un ambito nel quale le potenzialità della tecnologia 5G in termini di superiore velocità di trasmissione dei dati sembrano essere ancora più importanti, permettendo ai PC non solo di essere sempre connessi ma anche di farlo con prestazioni che non dovrebbero far rimpiangere la connettività WiFi.

I termini dell'annuncio fanno pensare che quanto proposto da Mediatek possa rientrare nella categoria dei prodotti cosiddetti semi-custom, sviluppati da Mediatek al proprio interno ma con una influenza diretta da parte della committente Intel. Mediatek seguirà lo sviluppo hardware mentre a Intel è delegata l'attività di integrazione con la piattaforma e lo sviluppo dei driver per il sistema operativo.

In ogni caso ci sarà da attendere ancora un po' di tempo: Intel prevede infatti che i primi notebook basati su modem 5G di Mediatek debutteranno con prodotti HP e Dell nel corso della prima parte del 2021.

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Huawei rilascia MatePad Pro in Cina per battere gli iPad Pro

Nonostante il continuo restringimento del mercato dei tablet Android, Huawei continua a prendere sul serio il settore. Dopo i leaks riguardanti Huawei MatePad Pro un paio di settimane fa, il dispositivo è stato ufficialmente presentato. La società ne parla come il rivale dell’iPad Pro in Cina.

Le specifiche principali includono Kirin 990 SoC interno di Huawei, 6 GB o 8 GB di RAM, uno schermo LCD da 10,8 pollici 2560 x 1600 con luminosità 540 nit, fino a 512 GB di memoria interna. inoltre, una fotocamera posteriore da 13 MP f / 1.8 e una batteria da 7.250 mAh con ricarica rapida. È abbastanza interessante, con un rapporto schermo-corpo del 90% e una sottile cornice da 4,9 mm tutt’intorno. Nonostante i quattro altoparlanti e una batteria di grandi dimensioni, pesa solo circa 460 grammi e vanta uno spessore di 7,2 mm nella sua parte più sottile. A causa di quella sottile cornice, tuttavia, Huawei ha dovuto posizionare la fotocamera frontale da 8 MP all’interno di un foro nell’angolo in alto a sinistra, proprio come fa per alcuni dei suoi telefoni.

MatePad Pro contro iPad Pro: Huawei lancerà ufficialmente il suo nuovo tablet in Cina per battere la concorrenza

Huawei ha realizzato una custodia per tastiera opzionale e uno stilo per MatePad Pro, entrambi hanno una sorprendente somiglianza con le loro controparti Apple. La M-Pencil di Huawei si carica anche allo stesso modo della Apple Pencil collegandosi magneticamente al bordo del tablet. Huawei, tuttavia, ha apportato alcune modifiche. Oltre a essere in grado di ricaricarsi in modalità wireless a 15 W, può anche eseguire la ricarica wireless inversa per alimentare altri dispositivi a 7,5 W.

Il tablet eseguirà Android 10 con skin EMUI di Huawei e nessuna app Google. Quest’ultima non può ancora certificare nuovi dispositivi dalla società a causa del divieto commerciale in corso. Tuttavia, questo tablet è previsto per il lancio in Cina in questo momento e i servizi di Google non funzionano lì. Il modello base avrà un costo di 3299 yuan (circa 469 dollari americani) quando sarà in vendita in Cina il mese prossimo con 6 GB di RAM, 128 GB di spazio di archiviazione e Wi-Fi. Il modello più costoso invece supporterà 8 GB di RAM, 512 GB di memoria e LTE.

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Microsoft Surface Pro 7 recensione: è ancora il punto di riferimento, ma occhio alla concorrenza interna

Com’è possibile migliorare quello che da anni è universalmente riconosciuto come il miglior convertibile sul mercato? È esattamente ciò che ho provato a comprendere in queste due settimane in compagnia del Surface Pro 7 di Microsoft. L’azienda di Redmond ha scelto la linea della continuità, senza stravolgere dunque il progetto inaugurato nell’ormai lontano 2015 con il Surface Pro 4. In tal senso, è estremamente significativo il fatto che le Signature Type Cover (le tastiere ad aggancio magnetico) dell’ultimo modello siano compatibili anche con le versioni 2017 e 2018 del “tablet”.

Segno evidente di quanto il design sia rimasto fondamentalmente immutato negli ultimi anni. Ed è probabilmente questo uno degli aspetti su cui Microsoft sarà chiamata a intervenire con le prossime generazioni. Il Surface Pro 7, specie sulla parte frontale, ha un aspetto quasi vintage, viste le importanti cornici che attorniano il display. Messo accanto al nuovo Surface Pro X sembra quasi un prodotto datato, almeno a livello estetico. Eppure, è in grado di offrire la solita eccellente esperienza utente, per un prodotto che ha di fatto rivoluzionato l’intero settore dei dispositivi convertibili.

Arriva la decima generazione di Intel

Le principali novità sono sotto al cofano. Surface Pro 7 è infatti tra i primi a potersi fregiare delle prestazioni offerte dai processore Intel Core di decima generazione con architettura Ice Lake. In particolare, il modello che ci è stato fornito in prova da Microsoft è equipaggiato con CPU Core i5-1035G4, abbinata a 8 Gigabyte di RAM e 256 Gigabyte di SSD. Si tratta probabilmente della versione più equilibrata, completamente fanless (senza ventole, dissipazione completamente passiva) e, proprio in questi giorni, oggetto di offerta per la settimana del Black Friday. Avremo modo però di ragionare sui prezzi nelle conclusioni.

Come da tradizione comunque, Microsoft offre un’ampia gamma di scelta. Il Surface Pro 7 è infatti configurabile anche con processori Intel Core i3 e i7 (sempre di decima generazione), la RAM può spingersi fino a 16 Gigabyte e la memoria interna può toccare 1 Terabyte. Qui però mi sento di muovere una critica all’azienda di Redmond: la memoria interna, anche in questo nuovo modello, è espandibile tramite micro-SD. Una scelta che ho sempre ritenuto poco sensata, per una macchina pensata anche per la produttività in mobilità, nella quale un lettore di schede SD cadrebbe a fagiolo.

Veniamo però al dunque. I nuovi processori Intel hanno portato in dote un oggettivo miglioramento in termini di prestazioni. Da questo punto di vista, abbiamo come metro di paragone sia il Surface Pro 5 che il Surface Pro 6, entrambi miei dispositivi personali. Arriverà nei prossimi giorno un confronto diretto, ma il salto prestazionale è oggettivo: le operazioni risultano più fluide, la gestione di applicativi impegnativi come Photoshop e Premiere è più convincente, la navigazione web con Google Chrome viene portata avanti senza incertezze. Una situazione fotografata alla perfezione anche dai benchmark.

Questo passo in avanti è merito anche dell’efficace sistema di dissipazione. Il processore in questione è infatti caratterizzato da un TDP base di 15W, in grado di spingersi per pochi secondi fino a 25W, e di scendere a 11W con il risparmio energetico attivo. In questo modo, anche nel corso dei benchmark, la piattaforma hardware non va in termal throttling, anche quando entra in azione la GPU integrata Intel Iris Plus. La temperature su core sfiora i 74°C, che si stabilizzano poi sui 67°C. Dati assolutamente in linea con macchine fanless.

Sul retro superiore della scocca, esattamente dove Microsoft ha collocato tutta la componentistica, si toccano i 42°C. Ovviamente, il vantaggio dei Surface Pro risiede nel fatto che, essendo la tastiera sganciabile, questa rimane totalmente fredda (proprio perché tutta la piattaforma hardware è integrata nel tablet), per cui il calore della scocca non viene minimamente percepito dall’utente. In generale comunque, è bene fugare i dubbi attorno alla versione i5.

Esattamente come il Surface Pro 5 e Pro 6, anche il Pro 7 mi ha accompagnato in queste settimane lavorative. Personalmente sono riuscito a compiere tutte le operazioni necessarie per la mia sfera lavorativa: editing foto, montaggio video (Full-HD 60 fps, con il 4K questa versione va in difficoltà), navigazione web con decine di tab aperte, senza dimenticare l’utilizzo multimediale per lo svago. Insomma, siamo difronte a un computer a tutti gli effetti, peraltro in grado di gestire monitor esterni in 4K senza alcun problema, come mostrato nella video recensione.

Tutto questo però ha un prezzo, inevitabilmente pagato dalla batteria. Sulla carta Microsoft dichiara un’autonomia inferiore rispetto alla precedente generazione (13,5 ore contro 10,5 ore di utilizzo continuo), ed effettivamente ho potuto riscontrare questo passo indietro. Con il classico utilizzo per la mia attività lavorativa (editing foto + montaggio video + navigazione web), i consumi si sono attestati sul 25/30% l’ora, con un’autonomia totale di circa 3 ore e 30 minuti (contro le quasi 5 ore riscontrare con il Surface Pro 6).

Con l’utilizzo di Netflix in streaming, i consumi scendono a circa il 13% l’ora, per un totale di 7 ore e 30 minuti di autonomia, mentre con il Surface Pro 6 mi attesto sulle 9 ore e 30 minuti. Insomma, il Surface Pro 7 ha perso un po’ da questo punto di vista a causa di una serie di fattori, tra cui una batteria leggermente meno capiente (43.2 Wh rispetto ai 45 Wh della generazione precedente) e, ovviamente, un netto passo in avanti in termini di prestazioni.

Questo è l’aspetto che mi ha convinto meno. Il discorso è molto simile a quello fatto per la scheda SD: questa è una macchina pensata soprattutto per la produttività in mobilità, per cui il miglioramento dell’autonomia rispetto ai modelli precedenti avrebbe dovuto rappresentare una priorità rispetto alle prestazioni. Intendiamoci, non siamo assolutamente difronte a un’autonomia “disastrosa”, ma il Surface Pro 6 riesce a fare meglio in quest’ambito.

Fortunatamente però, Microsoft inserisce in confezione un caricabatterie da ben 65W, che riesce a ricaricare la batteria da 0 a 100% in circa 1 ora, un vantaggio non da poco quando si è in giro. Peccato per la scelta di proseguire con un connettore proprietario, anziché affidare la ricarica alla porta USB-C, finalmente integrata in questa nuova generazione. Tutti aspetti su cui speriamo che l’azienda di Redmond decida di intervenire il prossimo anno.

Design e display, la forza della continuità

Lo abbiamo detto all’inizio, Microsoft ha scelto la linea della continuità. Se da una parte il design, specie sulla parte frontale, comincia a essere un po’ datato, dall’altra alcune soluzioni rappresentano ancora un vero punto di riferimento per l’intero settore. Una di queste è certamente lo stand posteriore gestito dalla doppia cerniera. Questo consente di poggiare il Surface su una qualsiasi superficie, adeguando l’angolo di inclinazione dello schermo a piacimento, secondo le esigenze.

In questo modo, personalmente sono riuscito a utilizzare il dispositivo per la scrittura nelle situazioni più disparate: aerei, treni, automobili, panchine. Lo stand con la doppia cerniera è certamente una delle più grandi innovazioni costruttive introdotte negli ultimi anni in questo settore, e ha peraltro raggiunto un elevatissimo grado di maturità. Non ci sono infatti scricchiolii o incertezze nel meccanismo, e la versatilità offerta da questa soluzione non ha davvero eguali.

Discorso analogo per l’ergonomia generale, rimasta praticamente immutata. Avere un vero e proprio computer portatile con un peso di appena 771 grammi (poco più di 1 Kg con la tastiera) rappresenta un vantaggio non da poco nell’ottica della trasportabilità. Ancora troppo presto invece per verificare la tenuta, nel tempo, della verniciatura della scocca, che si scalfisce un po’ troppo facilmente con Surface Pro 6 e Pro 5. Provvederemo ad aggiornare la recensione da questo punto di vista.

Nulla da dire sul meccanismo magnetico con il quale la tastiera si aggancia al tablet, sempre solido e affidabile. La tastiera, realizzata in alcantara, è davvero piacevole al tatto e mette a disposizione un’eccellente qualità di digitazione. È ovviamente retroilluminata e integra un trackpad che si conferma come tra i migliori del panorama Windows. Peraltro, quella che vedete ritratta nelle immagini è una delle nuove colorazioni introdotte da Microsoft e denominata Rosso Papavero, davvero molto bella dal vivo.

Rimane discutibile la scelta di non includere in confezione la tastiera (prezzo di listino 184 euro, da acquistare separatamente), che di fatto completa l’esperienza utente del Surface Pro. La solita dotazione di porte (USB-A 3.0, jack audio 3.5 mm e slot micro-SD) è arricchita quest’anno dalla presenza della USB-C, che ha preso il posto della Mini Display Port. Oltre a poter gestire monitor esterni, attraverso questo connettore è anche possibile ricaricare la batteria del tablet, magari attraverso un powerbank.

La parte software è ovviamente affidata a Windows 10, in cui ci si può autenticare attraverso il riconoscimento del volto di Windows Hello, che funziona perfettamente anche al buio grazie alla presenza di uno scanner a infrarossi. La connettività si arricchisce del Bluetooth 5.0 e del Wi-Fi 6, che mette a disposizione una banda in grado di toccare, sulla carta, i 9,6 Gb/s, ovviamente con supporto Dual-Band.

Per quanto riguarda il display, si tratta del solito ottimo pannello touch-screen Pixel Sense da 12,3 pollici con risoluzione di 2736 x 1824 pixel. La luminosità tocca i 451 nit, i profili colore forniti di serie sono due (sRGB e Enhanced) e l’esperienza visiva offerta è di primissimo livello. Molto buoni gli angoli di visuale così come la resa cromatica, mentre la visibilità all’aperto è un po’ disturbata – nelle giornate particolarmente assolate – da un vetro anteriore un po’ troppo riflettente.

Ovviamente, il display è compatibile con la Surface Pen (4.096 livelli di pressione, rivale diretta della Apple Pencil 2) ed è affiancato da due altoparlanti stereo frontali, che offrono un’ottima qualità audio e un volume particolarmente elevato.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

La gamma Surface Pro ha letteralmente dato un senso compiuto ai tablet. Le debolezze di Windows in termini di applicazioni dal Microsoft Store e di interfaccia touch screen rimangono. Di contro però avere a disposizione un sistema operativo desktop in mobilità, incastonato nelle dimensioni di un dispositivo mobile, rappresenta un vantaggio enorme, soprattutto per alcune categorie di utenti.

Surface Pro 7 è un prodotto eccellente, che deve però fare i conti con la concorrenza interna. Spesso la versione i5/8GB/128GB del Surface Pro 6 viene posizionata in offerta a 699 euro e, considerando la migliore autonomia, è difficile non preferirla. Di contro però, a fronte di un prezzo di listino che parte da 919 euro (1.399 euro per la versione oggetto di questa recensione), il Surface Pro 7 è oggetto proprio in questi giorni di un’interessante offerta.

La versione con i5, 8 Gigabyte di RAM e 128 Gigabyte di memoria interna è infatti in vendita a 799 euro attraverso il Microsoft Store. Nel caso in cui foste alla ricerca di un dispositivo 2 in 1, non fatevelo scappare, con una precisazione importante: la tastiera va sempre acquistata separatamente, ed è un accessorio imprescindibile.

Come già accaduto con i modelli precedenti, i prezzi di listino del Surface Pro 7 sono un po’ troppo elevati, tanto da renderlo poco competitivo rispetto ai predecessori. Di contro però, i dispositivi Microsoft sono spesso oggetto di offerte e promozioni importanti, per cui il consiglio è quello di attendere il momento giusto (la versione più equilibrata rimane quella con i5 e 8 GB di RAM). Su una cosa non c’è dubbio però: nel caso in cui foste alla ricerca di un dispositivo 2 in 1, dovrete certamente bussare alle porte dell’azienda di Redmond.

Microsoft Surface Pro 7

Surface Pro 7 rappresenta la naturale evoluzione del Surface Pro 6. La nuova generazione del 2 in 1 targato Microsoft guadagna i processori Intel Core di decima generazione e la porta USB-C, mantenendo praticamente inalterato il design. Perde un po’ di autonomia, compiendo però un oggettivo passo in avanti in termini di prestazioni. In questo particolarmente segmento, la proposte dell’azienda di Redmond rimane un punto di riferimento per tutti i potenziali acquirenti.

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