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Android 11 R potrebbe non spegnere il Bluetooth in modalità aereo

Android 11 R potrebbe includere una piccola ma significativa novità nella logica di attivazione della modalità aereo, che finalmente non disattiverà più anche la radio Bluetooth. L'hanno scoperto i ragazzi di xda-developers, frugando nel codice sorgente del sistema operativo. A quanto pare, Google intende fare le cose come si deve - vale a dire che il Bluetooth non sarà disattivato quando il sistema rileverà la connessione di auricolari o apparecchi acustici senza fili.

La modifica è sostanzialmente il frutto dei tempi che cambiano. Da un lato, il motivo principale che ha portato alla nascita della modalità aereo tanti anni fa - e cioè il fatto che i cellulari potevano causare pericolose interferenze ai sistemi di navigazione di bordo degli aeroplani - è stato in larga parte risolto, tanto che negli ultimi anni le restrizioni sull'uso dei dispositivi elettronici a bordo si sono rilassate moltissimo, anche se non tutti sono entusiasti; dall'altro, sempre più consumatori fanno ricorso alle cuffie senza fili - vuoi perché molti modelli di smartphone popolari, primi fra tutti gli Apple iPhone, non hanno più il jack, vuoi perché le soluzioni true wireless offrono finalmente il giusto equilibrio tra funzionalità e praticità d'uso da spingere la massa a fare il passo avanti (e anche qui la vera protagonista di questa rivoluzione è Apple, con i suoi AirPods).

Android 11 R arriverà probabilmente sui Pixel tra una decina di mesi, ma i lavori sono già iniziati da qualche tempo. È chiaramente troppo presto per affermare con certezza che la modifica alla modalità aereo verrà effettivamente ufficializzata, ma diciamo che sarebbe ora.

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iPhone 12: 4 modelli, dal 2021 due a marzo e due a settembre

La gamma di iPhone 12 potrebbe contare fino a quattro dispositivi, uno in più rispetto ai tre anticipati dai rumor secondo cui tutti dovrebbero essere equipaggiati con pannelli OLED. È quanto emerge da una nota agli investitori di JP Morgan che i colleghi di AppleInsider hanno avuto modo di visionare, e che parla di un modello con schermo da 5,4 pollici, uno da 6,7 pollici, e due da 6,1 pollici.

Il modello più grande da 6,7 pollici, assieme a uno di quelli da 6,1, dovrebbe offrire specifiche di fascia più alta rispetto agli altri, includendo nel triplo modulo fotografico posteriore anche una tecnologia laser inedita, quella del "World-facing 3D sensing": in pratica, si tratterebbe di una lente capace di garantire non solo un campo visivo più ampio e opzioni di zoom più sofisticate, ma anche la possibilità di "riparare" un'immagine includendo un soggetto che ne sia stato accidentalmente tagliato fuori.

I restanti due modelli, cioè quello da 5,4 e il secondo da 6,1 pollici, dovrebbero disporre di un modulo fotografico solo doppio, privo dunque del "3D sensing". Inoltre, benché sia atteso per tutti i modelli il supporto alle reti 5G, solo i "Pro" includeranno il supporto al profilo mmWave 5G, mentre gli altri saranno abilitati solo per il sub-6GHz 5G.

I quattro membri della famiglia iPhone 12, il cui lancio è previsto al solito per la fine del prossimo anno, saranno preceduti dall'anticipata seconda generazione di iPhone SE, l'opzione più compatta ed economica di Apple che è attesa per marzo: insomma, entro la fine del 2020 Cupertino potrebbe aver lanciato sul mercato cinque nuovi dispositivi.

Ma non è finita qui: sempre secondo JP Morgan è possibile ipotizzare uno storico cambio di paradigma nelle tempistiche, che comporterebbe il rilascio di due nuovi iPhone nella prima metà del 2021, seguiti da altri due nuovi modelli nella seconda metà. Una revisione che potrebbe aiutare Apple a competere in maniera ancora più consistente con il rilascio continuo di smartphone, nell'arco dell'interno anno, da parte degli altri produttori hardware, oltre che a risolvere eventuali errori di progettazione e produzione, con la possibilità per Cupertino di intervenire e operare le necessarie modifiche entro una finestra temporale di soli sei mesi, e non più di un anno.

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AMD Ryzen 4000 nel Q4 2020: Zen 3 a 7nm+ e nuovo chipset X670

AMD Ryzen 4000 identifica la prossima generazione di processori desktop dell'azienda di Sunnyvale, soluzioni basate su processo produttivo a 7nm+ (EUV) che potranno contare sulla nuova architettura Zen 3, ottimizzata non solo sotto il profilo prestazionale ma anche e soprattutto dell'efficienza. A pochi giorni dal lancio dei primi modelli HEDT Ryzen ThreadRipper 3a gen a 7nm, l'attenzione si sposta nuovamente sul mercato consumer con nuovi dettagli sui Ryzen serie 4000, attesi sul mercato per il 2021 e attualmente in fase di svilluppo.

Le indiscrezioni arrivano dal recente report di mydrivers e riportano che i processori AMD Ryzen 4000 (o 4a gen) debutteranno nel quarto trimestre del 2020, in linea quindi con la tabella di marcia stabilita dal produttore. Grazie al nodo produttivo a 7nm+, la nuova generazione di CPU consumer desktop AMD sarà più efficiente, permettendo di aumentare ulteriormente l'IPC, ma anche le frequenze operative e il numero di core.

Insieme alle CPU Ryzen di 4a generazione, AMD dovrebbe presentare anche il chipset ad alte prestazioni X670, erede dell'attuale X570 e con il quale condividerà lo stesso socket AM4. Le schede madri AMD X670 di prossima generazione offriranno una migliore gestione PCI-E 4.0, supporto USB 3.2 e un numero maggiore di slot M.2, con la possibilità non remota di vedere anche l'introduzione dell'interfaccia Thunderbolt 3.

Al momento non si fa riferimento ad alcun modello di processore, soprattutto riguardo il numero dei core che potremo vedere sulle soluzioni top di gamma. Se pensiamo però che il Ryzen 9 3950X presentato a luglio offre già 16 core/32 thread, ci aspettiamo che AMD possa solo migliorare la propria offerta, alzando ulteriormente l'asticella prestazionale.

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Xiaomi Mi 10 Pro è stato confermato ufficialmente

Xiaomi Mi 10 Pro esiste, non ci sono più dubbi: a dichiararlo è stato il co-fondatore della compagnia cinese, replicando su Weibo ad un utente.

Questo che vi stiamo or ora rivelando non è un semplice rumor, ma ciò che il co-fondatore di Xiaomi ha appena affermato: il Mi 10 Pro esiste.

Xiaomi Mi 10 Pro arriverà

Sappiamo che l’attuale gamma di fascia alta della compagnia cinese si traduce in Mi 9, serie che racchiude versioni ripartite in base a componenti, processore e modulo fotografico. Questo top di gamma avrà un successore, come dichiarato dal boss Lin Bin, attraverso il noto sito di microblogging cinese Weibo: replicando ad un utente, il co-fondatore di Xiaomi ha fatto intendere che il flagship lanciato solo poche settimane fa, verrà surclassato dal Mi 10 Pro.

Per la prima volta, Xiaomi parla in modo diretto del Mi 10 Pro che, se dobbiamo tener conto del trend di presentazione di tutti gli smartphone della società cinese, dovrebbe arrivare nei primi sei mesi del 2020. Oltre la suddetta rivelazione, non sono emerse altre indicazioni riguardo il prossimo telefono di fascia alta della compagnia, anche se siamo sicuri che presto inizieranno a circolarne molteplici in Rete.

Ciò che possiamo dire è sicuramente che il Mi 10 Pro sarà per il colosso asiatico un prodotto di svolta, dato che proprio in questi giorni è in corso una riorganizzazione che manageriale, che interessa Lei Jun e Lu Weibing.

Inoltre, proprio il CEO Lei Jun ha dichiarato ultimamente che gli smartphone Xiaomi di fascia media che vedranno la luce nel 2020 saranno tutti dotati della connettività 5G. Prerogativa per ora solo dei top di gamma, la rete dati mobili di ultima generazione avrà sempre più diffusione, rendendo abbordabili ulteriori dispositivi. In questo senso, la compagnia asiatica e il suo sub-brand sembrano volersi porre in prima fila: Xiaomi e Redmi stanno progettando di lanciare almeno 10 telefoni 5G entro la prima metà dell’anno prossimo e attivare una produzione di massa nella fabbrica di device 5G pronta a breve.

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Recensione Honor 9X

Honor 9X è un device di fascia medio-bassa del brand cinese "cugino" di Huawei. Viene proposto a 229 € e si caratterizza per un design alla moda, un hardware non troppo pompato ma funzionale e che, nel complesso, risulta essere un valido compagno nella vita di tutti i giorni.

Honor 9X, un device che sulla carta è interessante, ma ha qualche neo che fa storcere un po’ troppo il naso. Un po’ troppi compromessi per via di un prezzo non proprio in linea con ciò che offre. In definitiva è un buon compagno nella vita di tutti i giorni… se non fosse per qualche difettuccio che non ci ha convinto ed un prezzo (Black Friday a parte) che risulta essere poco competitivo. Scoprite di più nella nostra recensione completa.

Design ed estetica di Honor 9X

Sì, forse lo abbiamo già visto. Il design di Honor 9X somiglia terribilmente a quello di un suo cugino di casa Huawei, il P Smart Z. Qualitativamente eccelso, come da sempre ci hanno abituato le due case produttrici cinesi. Le dimensioni sono oneste; il dispositivo si tiene in mano bene sia per chi ha le mani piccole così come per chi ha le mani più grandi. Parliamo di 163,1 x 77,2 x 8,8 mm ed un peso di 206 grammi che si sentono per via di una non perfetta ingegnerizzazione del device. Scivoloso e tendente alla caduta.

Tuttavia il pannello in FullHD+ è piacevole, seppure troviamo una tecnologia IPS e non AMOLED. Sì, i neri non sono assoluti. 6,59 i pollici di diagonale del display e 391 i ppi a disposizione. Non male, ma si poteva fare di meglio. I colori sono un po’ spenti e i contrasti sono leggermente “spenti”. Purtroppo le luci le riflette tutte.

Il design ad ogni modo è molto carino, senza notch o gotch di alcun tipo. Il meccanismo pop-up cela la selfiecamera con rilevamento della caduta, mentre la back cover ha una trama interessante nella colorazione blu, un po’ meno per la nera. I bordi curvi garantiscono comunque una buona ergonomia. Il trittico per le fotocamere e il fingerprint sono sempre sulla parte posteriore del device, pertanto nessun sensore sotto al display.

Connettività e batteria

Il frame laterale è pulito e il device è in vetro. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi infine, dal jack da 3.5mm e una usb di tipo C 2.0. A proposito di connettività, WiFi 802 a/b/g/n/ac, GPS Glonass, Bluetooth 5.0, NFC e radio FM rendono il prodotto super interessante ed appetibile. La batteria da 4000 mAh assicura una buona autonomia, grazie anche a un processore non energivoro, ed una gestione dei consumi al top.

Caratteristiche tecniche

Il software è la EMUI 9.1 basata su Android 9 Pie. Il Kirin 710F con 4 GB di Ram non garantisce prestazioni da top di gamma, ma riesce a far girare bene anche giochi come Asphalt 9 e COD Mobile, grazie anche alla GPU G52. La navigazione all’interno dei Menù e sul browser presenta qualche incertezza e sporadici lag. Tuttavia molto buoni i 128 GB di memoria totale per l’utente, espandibili con la microsd. 

Fotocamere

Partendo dal trittico posteriore troviamo una configurazione 48+8+2. La principale è una lente con sensore Sony IMX586 con f 1.8, al suo fianco la wide da 8 mega e l’ultima ha il sensore da 2 Mpixel per l’effetto bokeh. Di giorno i risultati sono accettabili e c’è un eccesso di nitidezza. In notturna non c’è molto da fare. Il bilanciamento del bianco inoltre non è ottimo e le immagini non sono nitide ma un po’ cremose. Con la selfiecam si poteva fare di meglio con a bordo i suoi 16 Megapixel con apertura f 2.2. I video invece soltanto in FullHD a 30 fps come risoluzione massima; rispetto ai competitor non ci siamo proprio purtroppo. SlowMotion a 480 fps. Inoltre è possibile switchare con le fotocamere anche durante la registrazione di un filmato, ed inoltre la stabilizzazione è molto buona.

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