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AMD Radeon RX 6700 e RX 6700 XT faranno tremare la concorrenza

Dopo il lancio delle GPU Radeon RX 6800, RX 6800 XT e con la top di gamma RX 6900 XT in arrivo nelle prossime settimane, AMD può finalmente concentrarsi sulla fascia media del mercato. Le Radeon RX 6700 e RX 6700 XT sembrano avere le carte in tavola per diventare le nuove regine del rapporto potenza/prezzo secondo le ultime indiscrezioni circolate in rete.

Patrick Schur ha pubblicato su Twitter alcuni dettagli riguardanti i probabili target di potenza delle GPU Navi 22, ovvero i chip che potrebbero essere montati sulle ancora non annunciate Radeon RX 6700 e RX 6700 XT.

AMD sulla RX 6700 XT dovrebbe mantenere il conteggio delle Compute Unit identico al modello precedente, la RX 5700 XT, ovvero 40 CU. Ad ogni modo la nuova scheda di fascia media dovrebbe poter contare su una migliore efficienza, clock più alti e, in generale, maggiore forza bruta. La VRAM GDDR6 della scheda potrebbe arrivare a 12GB contro gli 8GB della RX 5700 XT, un incremento che potrebbe garantire agli utenti di spingere più in alto la qualità grafica dei loro titoli preferiti.

Stando alle indiscrezioni, Navi 22 XT avrà un consumo TGP compreso tra 186W e 211W, un miglioramento rispetto ai 225W della RX 5700 XT basata su Navi 10. La RX 6700, basata su Navi 22 XTL dovrebbe assestarsi tra i 146 e i 156 Watt, molto meno dei 180W della RX 5700.

Il bus di memoria delle RX 6700 e RX 6700 XT dovrebbe essere di 192 bit per accomodare i 12GB di memoria previsti. Se comparati ai “soli” 8GB di memoria video utilizzati sulla RTX 3070, AMD avrebbe dalla sua un discreto vantaggio per dare filo da torcere alla concorrenza in questa fascia di mercato.

La presentazione delle nuove GPU AMD dovrebbe avvenire a gennaio 2021, periodo entro il quale si vocifera anche Nvidia voglia lanciare delle nuove schede di fascia media come la tanto vociferata RTX 3060 Ti.

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Logitech G Pro X Superlight: mouse leggero, veloce e soprattutto wireless

Logitech amplia la propria offerta di mouse gaming e annuncia la disponibilità sul mercato italiano del Logitech G Pro X Superlight, periferica ad altissime prestazioni che mira a contenere al massimo il peso nonostante il supporto wireless e quindi la presenza di una batteria. Logitech, che ci ha abituati a mouse superleggeri come MX Anywhere 3 che abbiamo provato di recente, propone una periferica da gioco senza compromessi e soprattutto dotata di un sensore HERO 25K, capace di una risoluzione sino a 25.400 DPI e una velocità di tracciamento superiore a 400 IPS.

Parliamo di un mouse pensato in particolare per gli eSports, con un design curato e lineare, piedini in PTFE e un peso di 63 grammi, ossia il 25% più leggero rispetto al suo predecessore Logitech PRO SUPERLIGHT. A bordo troviamo inoltre la tecnologia LightSpeed per ottimizzare la connessione wireless (a 2,4 GHz) e migliorare la reattività, senza dimenticare l'autonomia di 70 ore, aiutata da un nuovo sistema intelligente di gestione dell’energia che regola continuamente la frequenza di quadro in base al movimento del mouse.

Con il PRO X SUPERLIGHT abbiamo spinto i confini di ciò che è possibile quando si combinano tecnologie innovative come LIGHTSPEED e HERO 25K con un design super leggero. Testato e approvato dai Pro di tutto il mondo, il PRO X SUPERLIGHT è la risposta definitiva per i gamer che cercano l'apice delle prestazioni.

Queste le parole di Chris Pate, portfolio manager di Logitech G PRO Series.

Logitech G Pro X Superlight può essere preordinato sul sito del produttore a 154,99 euro (maggiori dettagli in FONTE). In alternativa, è possibile virare su G PRO Mouse, disponibile su Amazon a 115 euro.

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Gigabyte GeForce RTX 3060 Ti, avvistati vari modelli ed i prezzi

Come riportato dai colleghi di VideoCardz, il rivenditore Skytech ha inserito nel proprio listino ben quattro modelli di Gigabyte GeForce RTX 3060 Ti, inclusi Eagle (OC), Gaming OC e Gaming OC Pro. Il prezzo indicato, tuttavia, potrebbe esser solo un placeholder, ma varia da 664 a 734 euro.

Inoltre, va considerato che lo store vende a prezzi decisamente alti anche sulle schede grafiche della serie RTX 30 di NVIDIA. Ad esempio, la GeForce RTX 3070 EAGLE OC viene proposta a 853 euro, mentre il modello GAMING OC a ben 876 euro. Questo porta la RTX 3070 mediamente a costare circa il 24% in più rispetto alla RTX 3060 Ti di Gigabyte.

Come vi abbiamo riferito nel corso delle scorse settimane, la GeForce RTX 3060 Ti dovrebbe essere equipaggiata con la GPU GA104, che potrà contare su 4.864 CUDA core, 80 ROP ed un clock di base di 1.410MHz in grado di raggiungere i 1.665MHz in Boost. Stando a queste specifiche, la scheda dovrebbe fornire 16,2 TFLOPS di potenza. Per quanto riguarda la memoria, la RTX 3060 Ti dovrebbe avere 8GB di memoria GDDR6 su un bus dati di 256 bit. Il clock della memoria dovrebbe essere di 1.750MHz, il che significa che la memoria avrà una velocità di 14Gbps, per una banda totale di 448GB/s. Per quanto riguarda la potenza assorbita, si parla di 180W, mentre la scheda dovrebbe essere alimentata da un singolo connettore PCIe a 8 pin.

La GeForce RTX 3060 Ti, almeno nella sua versione Founders Edition, dovrebbe essere lanciata il prossimo dicembre al prezzo di 399$.

Recentemente vi abbiamo parlato anche della GeForce RTX 3080 Ti, scheda che, stando ad alcuni rumor, dovrebbe debuttare sul mercato il prossimo gennaio. Rispetto alla GeForce RTX 3080 già in commercio (anche se al momento praticamente introvabile), la GeForce RTX 3080 Ti dovrebbe, stando a precedenti leak diffusi dall’utente Twitter Kopite8kimi, essere basata sulla GPU GA102-250-KD-A1, avere lo stesso numero di CUDA core della RTX 3090 e 20GB di VRAM GDDR6X.

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OnePlus Buds Z, recensione. Come suonano gli auricolari da 59 euro di OnePlus

La nuova versione degli auricolari Buds ne abbassa il prezzo a 59 euro ma guadagna nuovi adattatori morbidi in silicone e altre funzioni in abbinamento agli smartphone di casa. Ma la qualità sonora come sarà?

Ricordate le OnePlus Buds? La dogana americana le aveva sequestrate, le hanno scambiate per copie contraffatte delle AirPods. OnePlus cambia, lancia un nuovo modello con un design diverso e cambia il prezzo, 59 euro. Poco, allineato a quello degli auricolari da poche decine di euro che si comprano su Amazon con la garanzia però di un nome, OnePlus, che dovrebbe garantire una certa qualità.

Gli auricolari sono inseriti nella custodia con funzione di ricarica, per segnalare l’autonomia residua c’è una spia colorata: rossa se la batteria è sotto il 20% e verde se è al di sopra, piuttosto vago ma comunque utile allo scopo. L’autonomia dichiarata è di 20 ore complessive (5 negli auricolari 15 nella custodia), ma all’atto pratico scende di qualche ora: dalle 3.5 alle 4.5 ore a seconda del volume con una carica, circa 18 ore in totale.

Le batterie di prodotti di questo tipo dopo un paio d’anni (anche meno) risentono delle loro dimensioni, con l’autonomia che si dimezza: i OnePlus BudsZ possono essere considerati prodotti usa e getta, quando la batteria non dura più conviene buttarli visto il costo irrisorio.

In dotazione c’è un buon cavetto USB-C per qualsiasi caricatore standard. Per favorire l’inserimento nella custodia è stato applicato un piccolo magnete che richiama gli auricolari nel loro alloggiamento, sempre utile la chiara indicazione della posizione sinistro e destro.

Al momento del collegamento l’abbinamento allo smartphone è praticamente immediato, altrettanto semplice indossare gli auricolari e in dotazione troviamo i consueti adattatori in silicone per garantire sempre il miglior contatto con l’orecchio. Gli auricolari sono abbastanza stabili ma non sono certo adatti all’allenamento sportivo, pur avendo la certificazione IP55 per resistere all’umidità e sudore: non sono stabilissimi nell’orecchio, ogni tanto si devono sistemare toccandoli.

L’isolamento dai rumori esterni è minimo, quindi nessun problema a muoversi nel traffico o in ambienti rumorosi, dove gli eventuali pericoli saranno facilmente percepibili. Buona l’area di contatto sugli auricolari per la gestione diretta di pausa, salto traccia e risposta al telefono, tutto con le consuete combinazioni di tocchi.

Audio, non ci siamo. I passi persi per strada

Sotto il profilo dei codec sono supportati solo SBC e AAC, niente aptX, nonostante gli smartphone OnePlus abbiano a bordo un SoC Qualcomm. Veloce la ricarica, veloce il pairing e l’aggancio allo smartphone, praticamente immediato. Utilizzando OnePlus 8 si può accedere anche al Dolby Atmos, ma è una semplice simulazione che non aggiunge troppo rispetto alla base.

Al momento dell’ascolto emerge rapidamente il carattere di questi auricolari, chiaramente destinati a un pubblico giovane che ascolta solo musica compressa in streaming. In queste condizioni gli auricolari si comportano piuttosto bene, e con una resa tutto sommato equilibrata anche se tendente a privilegiare gli acuti e le voci. Dei vantati Bass Boost francamente non abbiamo trovato traccia, a parte una resa sufficiente del medio basso ma nulla di più e forse è meglio così. Volendo invece ascoltare sorgenti di qualità migliore la qualità peggiora drasticamente: l’unico vantaggio è una migliore tridimensionalità ma l’equilibrio è ora completamente spostato verso gli acuti, con una resa troppo spinta e fastidiosa e voci aspre mentre la gamma bassa è decisamente in secondo piano se non proprio assente.

Per la cifra richiesta i Buds Z sono degli onesti riproduttori sonori, indicati soprattutto per l’abbinamento con gli smartphone di casa, ma per chi vuole prestazioni sonore di migliore livello bisogna ricordare che con un piccolo ulteriore esborso di denaro si possono comprare auricolari di livello acustico nettamente migliore. Questi OnePlus Buds Z costano poco, ma non valgono troppo di più.

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E’ spuntato un orologio nella messaggistica di WhatsApp

Numerosi utenti hanno notato qualcosa di speciale sul noto programma di messaggistica telefonica. Infatti è spuntato un orologio nella messaggistica di WhatsApp. Il tam tam sul web è partito subito per capire di cosa si trattasse. Ebbene, WhatsApp sta iniziando ad attivare a tutti i cosiddetti “messaggi a tempo” oppure come li hanno chiamati altri “messaggi effimeri”.

Messaggi a tempo

Già in un altro articolo abbiamo spiegato la finalità. Ma per rendere, ancora, più edotti i neofiti illustriamo la funzione dei messaggi che si auto eliminano entro 7 giorni. WhatsApp ha pubblicizzato questa nuova funzione ma senza dare tempi certi di fruizione. Invece, il colpo all’improvviso: alcuni utenti hanno notato questo orologio.

L’icona quando appare

In effetti l’icona appare quando si invia o si riceve un messaggio in modalità a tempo. Nel primo caso l’utente deve impostare la funzione, mentre quando si riceve un messaggio di questo genere è il nostro mittente a fare questa scelta. I messaggi effimeri hanno un obiettivo: aumentare la privacy degli utenti. Infatti, la tutela dei dati sensibili è un argomento che tiene molto banco nel mondo.

Messaggi effimeri

Intanto, però, gli utenti sono incuriositi sulla funzionalità di questi messaggi che, se impostati a tempo, entro sette giorni non sono più visibili. Purtroppo, WhatsApp ha impostato questo arco di tempo e non è modificabile. Perciò, d’ora in poi, quando arriva un messaggio con tanto di orologio è bene leggerlo e memorizzarlo, perché dopo una settimana non sarà più presente all’interno della messaggistica.

Come recuperare messaggi di WhatsApp

Fino ad oggi un trucco per recuperare messaggi cancellati c’era. Infatti, coloro che non vogliono perdere neanche un punto di tutta la messaggistica istantanea di WhatsApp fanno continui backup. In questo modo tutte le conversazioni tra utenti vengono archiviate e possono essere disponibili in qualunque momento. Ora cambierà qualcosa: è spuntato un orologio nella messaggistica di WhatsApp mettendo a serio rischio la conversazione in toto.

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