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IPhone 12: la fotocamera avrà un radar

Atteso per il prossimo autunno, l’iPhone 12 torna a far parlar di sé per una novità legata sempre al comparto fotografico. La settimana scorsa, il noto analista del marchio Apple Ming-Chi Kuo, aveva svelato l’introduzione di un inedito sistema di stabilizzazione dell’immagine denominato “stabilizzazione dell’immagine con spostamento del sensore”. Una nuova tecnologia che potrebbe essere il fiore all’occhiello dell‘iPhone 12 Pro Max prima di venire offerta “di serie” su altri due o tre modelli di iPhone di prossima generazione a partire dal 2021.


Ma ora una nuova indiscrezione fornisce ulteriori informazioni su una nuova funzionalità che potrebbe caratterizzare l‘iPhone 12 Pro. Gli ultimi rumor sono stati condivisi su Twitter dall’utente @conceptsiphone e rilanciate da @Choco_bit, e riguardano la possibile presenza di una fotocamera 3D pensata per migliorare l’esperienza della realtà aumentata grazie all’utilizzo di componenti hardware aggiuntive.


iPhone 12: le ultime rivelazioni


Su Twitter è stato pubblicato un’immagine che mostra il comparto fotografico posteriore dell’iPhone 12 Pro. Il disegno mostra una lente aggiuntiva dedicata allo scanner LiDAR, lo stesso che è stato inserito sull’ultimo modello dell’iPad Pro uscito da poche settimane. Acronimo dall’inglese Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging, lo scanner LiDAR è una tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser.


iPhone 12 e realtà aumentata


Apple è stata sempre interessata alla realtà aumentata e la possibile presenza di un radar LiDAR sul suo prossimo device non è così irreale. Il disegno sembra essere stato estratto da una build di iOS 14 e il sensore è già stato introdotto nel nuovo iPad Pro 2020. Solitamente le novità dell’hardware vengono prima presentate sull’iPhone e poi introdotte sull’iPad, ma questa volta la casa di Cupertino sembra aver fatto l’opposto. Senza ombra di dubbio si tratta di una tecnologia in divenire e nei prossimi cinque anni assisteremo ad un suo grande sviluppo, ma Apple, nel frattempo, non vuole farsi trovare impreparata. Non ci resta che aspettare il prossimo autunno, a meno che l’epidemia di Covid-19 non ne ritardi il lancio.

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Windows 10, addio alla password: verrà sostituita da un PIN

Anche quest’anno l’aggiornamento 20H1 di Windows 10 arriverà a maggio e non ad aprile, come inizialmente previsto. Nonostante il rinvio di un mese, che trasforma questo aggiornamento in un “May update“, si tratterà comunque di un aggiornamento ricco di novità.


Tra le tante ce ne sarà anche una, relativa alla sicurezza e al login, che a molti potrebbe sembrare un tuffo nel passato: su Windows 10, infatti, stanno per tornare i PIN. Già, i cari vecchi PIN che sembravano ormai un ricordo e che, invece, secondo Microsoft sono la chiave per rendere Windows 10 un sistema operativo “passwordless“, cioè senza password. Non è affatto chiaro cosa Microsoft intenda fare, ma quel che è certo è che l’azienda di Redmond è convinta che l’autenticazione tramite PIN, e non tramite password, sia più efficace e più sicura. Avrà ragione?


Windows 10 senza password: come sarà


Microsoft sta spingendo da tempo per l’accesso senza password agli account Microsoft sui dispositivi con Windows 10. Questo tipo di accesso sarà inizialmente facoltativo: potrà essere attivato tramite Impostazioni > Account > Opzioni di accesso, dove troveremo una nuova opzione “Rendi il tuo dispositivo senza password“. Microsoft promette che tutto ciò migliorerà la sicurezza e fornirà un’esperienza di accesso più fluida: “Ciò renderà più sicuro l’accesso al dispositivo passando tutti gli account Microsoft presenti sul dispositivo alla nuova autenticazione a più fattori, con Windows Hello Face, impronte digitali o PIN“. Che il PIN sia più comodo di una complessa password è facile da intuire, che sia più sicuro no. La sicurezza, probabilmente, verrà garantita dal secondo fattore di autenticazione: l’impronta digitale o lo sblocco facciale.


Windwos 10 20H1: le altre novità


L’inizio della trasformazione di Windows 10 in un sistema operativo “passwordless” è solo una delle novità attese con il May Update 2020. Tra le altre ce ne dovrebbe essere una che farà contenti chi ha un computer non molto recente e veloce: un nuovo algoritmo di indicizzazione dei file sul disco, più leggero del precedente. E, a proposito di prestazioni, dovrebbero migliorare anche quelle della riproduzione dei video. Rivoluzione in vista, invece, per Cortana: l’assistente digitale si appresta a diventare un’app separata, focalizzata sull’intelligenza artificiale e sulle esigenze dei clienti business.

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Google Pixel Buds 2: il loro prezzo è apparso nel sito web di un rivenditore

Gli auricolari true wireless Google Pixel Buds 2 sono sempre più vicini: un negozio online avrebbe rivelato il loro prezzo di lancio. I giorni che ci separano da questo atteso prodotto sono sempre meno e numerosi sono i dettagli attualmente noti.

Il prezzo degli auricolari è stato confermato da Abt, un rivenditore con sede a Chicago. Sappiamo quindi che si potrebbe partire da 179 dollari (circa 166 euro). Inoltre, sono stati diffusi anche dei codici che si riferiscono ai diversi colori. Quest’ultimi sono:

Clearly White (GA01470);

Oh So Orange (GA01471);

Almost Black (GA01478);

Quite Mint (GA01918).

Durante il lancio di Google Pixel 4 (disponibile su Amazon), il produttore ha anche diffuso alcune delle caratteristiche di questi auricolari. Non mancherà l’integrazione con i servizi Google, tra cui Google Assistant. Sarà quindi possibile scegliere la musica da riprodurre o controllare il proprio smartphone direttamente con la voce. Molto interessante anche la traduzione istantanea, grazie a Google Traduttore.

Per una qualità del suono che dovrebbe essere ottima, sono stati scelti dei driver dinamici da 12 mm. Il produttore ha integrato dei sensori che rilevano quando l’utente sta parlando, focalizzando i microfoni proprio sulla voce. Non è ancora chiaro quando il prodotto sarà svelato. La pagina dedicata a Pixel Buds 2 sullo store ufficiale di Google è già disponibile da diverse settimane ed è possibile iscriversi alla lista d’attesa.

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Motorola Moto G8 Power Lite ufficiale: caratteristiche, dettagli e prezzo

Motorola Moto G8 Power Lite è apparso in qualche sporadica occasione, ve lo abbiamo mostrato con le immagini pubblicate a fine marzo, in esclusiva, ed ora è ufficiale. Si tratta di uno smartphone praticamente identico al Moto G8 Power, ma con alcune caratteristiche inferiori e un posizionamento di prezzo ovviamente diverso.

CARATTERISTICHE MOTO G8 POWER LITE

Schermo da 6.5 pollici HD+ con risoluzione di 720 x 1600 pixel, notch a goccia

Processore MediaTek Helio P35

Memoria: 4GB RAM

64GB di memoria interna, espandibile

Fotocamera: Tripla fotocamera posteriore: 16 MP (f/2, 1 um) PDAF

2 MP (f/2,4, 1,75 um) profondità

2 MP (f/2,4, 1,75 um) macro

Fotocamera anteriore da 8MP (f/2, 1,12 um)

No NFC

Design idrorepellente, lettore di impronte digitali, jack cuffie

Connettività: Bluetooth 4.2, WiFi 802.11 b/g/n, dual SIM

Batteria da 5.000 mAh, ricarica rapida a 10W (Turbocharge)

Peso e dimensioni: 164,94 x 75,76 x 9,2 mm

circa 200 grammi

Colorazioni: Royal Blue, Arctic Blue

Sistema operativo Android 9

Moto G8 Power Lite è dunque uno smartphone di fascia medio bassa che, pur avendo la stessa batteria del Moto G8 Power, differisce per processore (S665) e fotocamere (4 posteriori). Un prodotto ulteriore della gamma G8, che trova nel "Gotch", ovvero il notch a goccia, un ulteriore elemento diversificante rispetto al foro del Moto G8 Power.

PREZZO E DISPONIBILITA'

Arriviamo al prezzo e alla disponibilità: Moto G8 Power Lite aveva già fatto capolino su Amazon Italia alla fine del mese scorso, proposto a 189 euro (ved link in basso), ma Motorola Italia oggi si limita a sottolineare che sarà disponibile nelle prossime settimane ad una cifra ancora da ufficializzare. Non è da escludere che l'attuale emergenza sanitaria possa aver causato alcuni ritardi nella procedura di distribuzione.

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Mi 10 Pro, la prova del nuovo top di gamma Xiaomi

Abbiamo passato parte della quarantena da coronavirus con il nuovo smartphone cinese, nelle due versioni, normale e Pro. Tecnologia e usabilità da primi della classe, ma il prezzo è elevato

EMANUELE CAPONE, BRUNO RUFFILLIPUBBLICATO IL02 Aprile 2020

Era l’ottobre del 2016, e Google presentava il primo smartphone Pixel: aveva hardware potente, software perfetto e costava tanto. Tantissimo, rispetto ai Nexus che era chiamato a sostituire. Sembrava una sorta di esperimento, un prodotto con cui l’azienda di Mountain View cercava di capire se i consumatori l’avrebbero seguita (anche) in quel mercato. Il futuro le ha alla fine dato ragione.

Che c’entra Google con Xiaomi? C’entra, perché i nuovi telefonini del colosso cinese sembrano andare nella stessa direzione: Mi 10 e Mi 10 Pro (annunciati lo scorso 27 marzo) hanno un ottimo hardware, il meglio della tecnologia che si possa avere al momento e però anche costano tanto. Tantissimo, se paragonati a quelli che li hanno preceduti. Il primo parte da 799,99 euro, il secondo arriva addirittura a 999,99, mentre il vecchio Mi 9 (qui avevamo provato la versione Pro) costava 449 euro. 

Che cosa ci è piaciuto molto

Stiamo usando da qualche la versione base del Mi 10, con 8 Gb di Ram e 128 di memoria interna, e quella top, con 256 GB. Le differenze non sono moltissime, e in entrambi i casi la dotazione tecnologica è al top: processore Snapdragon 865 5G con velocità di clock fino a 2,84 Ghz, batteria da 4780 mAh e un bellissimo display amoled da 6.67 pollici con refresh-rate a 90Hz (non arrivare a 120 ha effetti benefici sulla durata della ricarica), con un piccolissimo foro per la fotocamera frontale, e pure curvo ai bordi, ma il giusto, tanto da non dare fastidio mentre si digita sulla tastiera. Nessuno griderà al miracolo per il design, che è curato ma piuttosto anonimo, e anzi quasi identico al P30 Pro di Huawei dello scorso anno. Ma il telefono è oggettivamente bello, con vetro Gorilla Glass (satinato) anche nella parte posteriore, che gli dà un aspetto decisamente “premium”, anche se lo rende parecchio sensibile a impronte e aloni.

Il comparto fotografico

Le fotocamere posteriori sono 4: torna il sensore da 108 megapixel del Mi Note 10, abbinato a una lente ultra-grandangolare e ad altri due obiettivi, con sensore da 20 MP per il Pro e da 13 per il Mi 10 normale. Gli altri due sensori sono due lenti zoom, una è equivalente 5X e l’altra 2X, usata per i ritratti. Questa è una fotocamera da 12 megapixel, mentre la zoom è una 8 megapixel, entrambe ƒ/2.0. Il Mi 10 ha un obiettivo con sensore di profondità da 2MP e un altro per le macro, pure da 2MP. Per quanto sia difficile provarle a fondo il comparto fotografico in questo periodo di quarantena da coronavirus, che impone di stare in casa e uscire il meno possibile, le immagini che se ne ricavano sono sempre di grande qualità, con gli scatti a 108 mp che permettono poi di visualizzare dettagli altrimenti invisibili, e il grandangolo che lavora bene anche in situazioni difficili.

Il resto

Ottimo il sonoro, davvero in stereofonia, e la durata della batteria: di nuovo, pur in periodo di forzata reclusione domestica, quindi con un utilizzo diverso dal solito, ma tantissime videochiamate con WhatsApp, non abbiamo avuto problemi a sfiorare le 2 giornate piene fra una ricarica e l’altra (per chiarezza: il Mi 10 ha sostituito uno smartphone che veniva usato come secondo telefono). Veloce e accurato il sensore per le impronte digitali nascosto sotto lo schermo; il riconoscimento facciale funziona bene ma ci pare meno sicuro, visto che si basa sulla sola fotocamera frontale. Il sistema di vibrazione offre un feedback tattile molto più accurati e realistici, con 150 diverse modalità di vibrazione, e c’è l’infrarosso per usare gli smartphone come telecomando. 

Al momento della recensione, il software installato sul Mi 10 Pro in prova è la MiUi Global 11.0.7 e su Mi 10 è MiUi Global 11.0.9. Il sistema operativo, basato su Android 10, è maturo, stabile, ben fatto e curato, e però anche un po’ “fermo”, in attesa della versione 12 che dovrebbe portare qualche novità. Magari un ulteriore spostamento verso la versione stock di Android, più fruibile anche per persone meno esperte. 

Che cosa ci è piaciuto meno

Sì, non ha il jack audio (ma chi ce l’ha e chi lo usa davvero, ormai?), non è impermeabile (ma chi porta davvero in acqua un telefono da 800 euro?) e non ha la memoria espandibile (ma davvero non bastano 128-256 Gb su un telefono?). Non ha nemmeno la doppia Sim, che ormai quasi tutti i concorrenti hanno. Ma il punto è un altro. Il punto è il prezzo: il nuovo Mi 10 vale 799/899 euro? Soprattutto: siamo disposti a spenderli? Proviamo a rispondere a entrambe le domande. Uno: li vale, perché la tecnologia che utilizza, soprattutto a livello di processore e schermo, ha costi importanti e perché nella quotidianità l’esperienza d’uso è sempre gradevole. Due: ha senso che li spenda chi ha intenzione di tenere il telefono almeno un paio d’anni, così da ammortizzare l’investimento. Anche perché Mi 10 Pro sono compatibili con la rete 5G, e supportano anche il 5G MultiLink per la connessione simultanea a tre reti (2.4G Wi-Fi, 5G Wi-Fi e dati mobili), per un rapido switch della connessione. Sono dotati di supporto Wi-Fi 6, lo standard Wi-Fi più avanzato attualmente sul mercato. Questo aumenta la velocità di upload e download, riducendo anche la congestione della rete quando si è connessi a più dispositivi. Sulla fiducia, almeno, visto che al momento, nell’abitazione dove si è svolta la prova, non c’è copertura 5G né è in funzione una rete Wi-Fi 6. Però in futuro, quando queste tecnologie diventeranno più diffuse, i due Xiaomi potranno sfruttarne tutti i vantaggi.

La versione consigliata

Negli ultimi anni, la nostra filosofia ci ha portato a preferire non già le versioni “super pompate” degli ultimi smartphone, ma quelle “base”, che però hanno già tutto quanto serve a un consumatore non professionale: iPhone Xr/11 invece che 11 Pro, OnePlus 7/7T invece che Pro, Samsung S10e invece che S10/S10+ e così via. Anche in questo caso, dunque, la nostra scelta è il Mi 10 da 799,99 euro, che sulla carta ha poco da invidiare al Pro. E in più permette di risparmiare un paio di biglietti da cento.

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